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La galleria Studio Farnese, fondata da Maria Di Lella Alfani, in Piazza Farnese n°50 a Roma, è stata inaugurata nel febbraio del 1969 con la prima esposizione italiana di Nicolas Schoffer, vincitore della biennale di Venezia dello stesso anno e ideatore della torre cibernetica alta circa 400 m che verrà realizzata a Parigi nel 1974.

Con questa mostra la galleria ha voluto puntualizzare, nella persona del Maestro, il proprio programma: presentare cioè le produzioni più avanzate di sintesi fra arti plastiche e architettura e mettere gli specialisti in contatto con le ricerche di più alto livello in Italia ed all’estero, al fine di promuovere un rapporto operativo tra artisti, architetti e industrie.

Fedele a questa sua linea di condotta iniziale, lo Studio Farnese ha promosso, parallelamente all’attività espositiva, un’azione di sollecitazione culturale molto articolata organizzando incontri interdisciplinari tra artisti architetti, critici, psichiatri, fisici, biologi e musicisti. Nel quadro di quest’attività, molto interessante è stato l’incontro con il musicista Alexis Weissenberg nel febbraio 1970, durante la mostra di progetti dell’architetto Manfredi Nicoletti sulla costruzione della nuova Montecarlo.

Lo Studio Farnese ha allestito molte mostre anche fuori dalla sua sede attraverso altre manifestazioni culturali: come per esempio le proiezioni luminose di Bruno Contenotte sulla facciata della Galleria d’Arte Moderna di Roma nel giugno-luglio 1969, e il montaggio nel quadro del Festival dei Due Mondi 1971 a Spoleto di una grande scultura urbana realizzata dall’artista Nato Frascà per l’Arx Studio di Roma: Il Rebis.

Molto importanti sono state altresì le mostre degli architetti Paolo PortoghesiGilberto e Tommaso Valle. Di Paolo Portoghesi la galleria ha esposto per prima il progetto su “DICAIA”, la città che si auto-riproduce, e Casa Papanice. Degli architetti Valle sono stati invece esposti i progetti per il padiglione italiano di Osaka e per il nuovo stadio di Milano. Ciascun architetto è stato presentato in abbinamento con artistici plastici, Valle con lo scultore Legnaghi, Portoghesi con la pittrice Levi Montalcini. Le opere della Montalcini sono state poi scelte da Pierre Cardin ed esposte a Parigi in occasione dell’inaugurazione dell’Espace Cardin nel restaurato Theatre des Ambassadeurs.

Altra mostra in abbinamento è stata quella dell’architetto Saverio Busiri Vici e dell’artista Attilio Lunardi, il quale ultimo ha presentato delle vetrate, una via crucis e un altare in perspex per la Chiesa della Visitazione, ora in costruzione.

Non dimentichiamo le collettive: Proposte Studio Farnese 1969, e Strutture Grafiche alle quali hanno partecipato, per citarne alcuni: Brook, Campesan, Contenotte, Costalonga, Maldonato, Perucchini.

I più grandi critici d’arte italiani e stranieri hanno seguito l’attività della galleria con la loro presenza e il loro interessamento continuo; spesso hanno presentato le varie mostre. Il professor Argan ha presentato Schoeffer, Niero e Giusti, Restany mi ha presentato Contenotte, Lara Vinca Masini ha presentato Valle, Legnaghi, Busiri Vici e Lunardi, Italo Mussa la mostra “Strutture Grafiche”.

La mostra di Pier Virgilio Fogliati, presentata da Lara Vinca Masini e Aldo Passoni, ha aperto la stagione 1970-71. Le opere di Fogliati hanno contribuito ad aumentare l’interesse e la vita della galleria e merita una particolare attenzione: il loro scopo è infatti di superare i limiti tra arte, scienze e matematica. Fogliati è ormai pronto ad inglobare nella sua poetica la città, il paesaggio, il mondo sonore e quello visivo. La galleria è stata felice di presentare un artista così dinamico perché il suo programma consiste soprattutto nel mostrare al pubblico artisti che con il loro lavoro, cercano di raggiungere una dimensione umana più ampia e interessante.

In questa stessa prospettiva sempre nell’anno 70-71 sono state allestite le mostre di Lorenzo Indrimi e Osvaldo Romberg.

A conclusione della stagione 70-71 sono state esposte le opere “Rebis” di Nato Frascà, frutto di una lunga preparazione che può costruire anche nella presentazione curata da letterati, registi, critici cinematografici un segno della interdisciplinarità ormai conseguita dalla galleria, e quindi il coronamento dell’opera critico-informativa svolto dalla stessa. Presenta in galleria anche l’esposizione dell’artista Ciro Ciriacono dal titolo Presenza, puntualizzando nel titolo il valore dell’uomo protagonista e non succube del mondo tecnologico degli anni 70: trattasi infatti di grandi sculture che il visitatore può far muovere attraverso la propria quasi medianica “presenza”.

Con la nuova stagione 71-72 l’attività espositiva della galleria, fin qui analizzata, è naturalmente sfociata nell’attività operativa già programmata nelle premesse iniziali. Un incontro tra artisti e industrie su nuove prospettive oltre il disegno industriale, è la direttiva aperta che ha portato alla realizzazione di una linea Studio Farnese Cava numero 1 per delle scultura modulari in ceramica.

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